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Vita di coppia: vecchi problemi e nuove soluzioni

I motivi che portano due persone a una crisi nella loro relazione affettiva sono molteplici.

Un primo insieme raggruppa eventi inaspettati o drammatici: gravi malattie fisiche, perdita del lavoro, nascita di un figlio non desiderato e così via. Un secondo comprende ragioni legate alla consuetudine del vivere quotidiano: noia, insoddisfazione, disinteresse e, in generale, mancanza nel rispetto dei diritti/doveri reciproci derivanti dalla convivenza. Un terzo gruppo è composto da ragioni personali, psicologiche o esistenziali: gusti e interessi diversi, nuove relazioni, cambiamenti nel carattere di uno o di entrambi i partner.

Per il consulente familiare è importante analizzare queste cause oggettive, ma sono molto più interessanti le motivazioni che le parti portano a giustificazione del momento di difficoltà.

Comunemente uno o entrambi i componenti della coppia esprimono tre ordini di ragioni:

  1. Una presunta malattia mentale o un forte disagio psicologico del partner
  2. Una grave incapacità  ( o più di una ) del medesimo
  3. La certezza di avere scelto la persona sbagliata

Nel primo caso si tratta di un giudizio soggettivo, che esaspera e interpreta in modo molto negativo e preoccupante alcuni comportamenti o abitudini del/della compagno/a. Ad esempio brusche alterazioni dell’umore, insonnia, aumento nel consumo di sigarette e, in generale, tutte quelle azioni che, pur essendo abbastanza comuni, non si possono definire completamente “ sane “.   Nel secondo, esiste un forte disprezzo verso il coniuge, colpevole di non essere sempre pienamente efficiente o in grado di affrontare con successo ogni situazione. La critica costante del suo operato è la manifestazione più frequente di tale svalutazione.   Nel terzo, molto diffuso, si giudica come errata la scelta fatta, concludendo che era meglio frequentare una persona diversa.

Malgrado tali convinzioni siano forti e difficili da sradicare, nessuna di queste ragioni è del tutto valida o sufficiente a spiegare la crisi. In realtà ciò che è malato, insufficiente e sbagliato non sono i due partner ma la relazione che si è creata tra loro.

Anche le relazioni si ammalano e tale disagio, come gli altri,  inizia con una fase di incubazione ( i primi anni di convivenza ) che è seguita da una fase acuta ( la crisi ) e infine da un periodo di sofferenza cronica; quando questa è forte o prolungata si arriva alla rottura del legame.

E’ evidente che essere consapevoli che è questo il vero problema è di grande aiuto nel trovare la giusta soluzione. Migliorare la relazione non colpevolizza nessuno dei due partner e rispetta la dignità di entrambi, dato che non richiede di cambiare i propri interessi, le proprie abitudini o la propria personalità.

Un attento esame, con la consulenza di un esperto, della evoluzione nel tempo del rapporto di coppia, consente inoltre di agire in modo preventivo, individuando precocemente tutti quegli errori relazionali che sono fonte potenziale di una futura disarmonia.