rabbia

Due parole sull’aggressività

Il termine “ aggressività “ è ben conosciuto, ma solo nel suo significato negativo.

Quando se ne sente parlare, la prima e unica idea che viene in mente è quella di un individuo maleducato, insolente o brutale che può arrivare a compiere azioni violente.

In realtà il comportamento aggressivo è una componente fondamentale di ogni essere vivente ed è indispensabile  per la sua sopravvivenza.  Esistono piante che possono crescere rigogliose solo ostacolando la vita di altre specie o cibandosi di piccoli insetti ( le cosiddette piante carnivore ); molti animali uccidono le loro prede per potersi nutrire e sono a loro volta vittime di altri predatori ( come dimenticare il famoso detto: “ il pesce più grosso mangia il pesce più piccolo “ ? ).

Anche per l’uomo aggredire l’ambiente che lo circonda è spesso molto utile:  la sua vita  è diventata sicura solo modificando la natura e i pericoli che essa contiene ( per comprendere tutto ciò basta pensare alle abitazioni, che sono una difesa dal freddo e dalla pioggia, ma che per la loro costruzione hanno reso necessario l’abbattimento di alberi o l’eliminazione di animali più o meno dannosi ); uno sportivo che pratica la boxe o la lotta libera e che non compete con una buona dose di determinazione per sconfiggere gli avversari non diventerà mai un campione; infine tutti gli esseri umani che si arrendono di fronte a ogni ostacolo senza mai lottare con volontà e tenacia sono destinati a incontrare continui fallimenti.

In tutti questi casi la motivazione è positiva e lo stato emotivo non è preoccupante, anzi: passare all’azione aiuta a esprimere le potenzialità umane e a scaricare le energie in eccesso.

Diversa è la situazione quando il comportamento è sostenuto da emozioni negative come l’odio o, più frequentemente, la rabbia.

Una persona arrabbiata perde il controllo e agisce senza pensare alle conseguenze: la semplice critica, il rimprovero eccessivo, l’insulto, la distruzione di un oggetto o la violenza fisica verso un’ altra persona sono solo alcuni esempi.

Quando queste azioni sono occasionali o contenute non devono preoccupare; ma se sono frequenti, intense o provocano conseguenze importanti vanno considerate un vero disturbo della personalità che richiede una terapia specifica. Un disagio psicologico molto particolare è l’aggressività rivolta versi sé stessi; in questa situazione si parla di autolesionismo, le cui espressioni più forti sono il suicidio e i casi più gravi di anoressia ( rifiuto del cibo ).

E’ comunque cosa prudente chiedere sempre il consiglio di un esperto quando si verificano comportamenti aggressivi, anche se leggeri, perché questi potrebbero indicare la presenza di un problema più serio.